Nel 2016 sono tornata a Oslo per due settimane, ospite di mia cugina e della sua famiglia. Ho trascorso i primi giorni con loro alla casa al mare, a Lindesnes, nel sud-ovest nel paese, tra lunghe passeggiate nei boschi e fino al faro e tentativi di corsette tonificanti lungo la costa. Spoiler: non mi sono tonificata per niente e ho gettato presto la spugna causa sintomi da pre-morte, con sommo disappunto del vichingo moroso della suddetta cugina, che da buon norvegese conferisce all'esercizio fisico un'importanza mistica e ha liquidato le mie scuse di infarto imminente con un laconico "Se vuoi, puoi".
Al rientro in città ho finalmente potuto girare come piace a me, dopo le due toccata-e-fuga precedenti del 2014 e 2015. Con una media di 15 km a piedi al giorno ho visto: Sørenga (quartiere perlopiù residenziale e nuovo di zecca, con spiaggia artificiale e pontili in legno presi d'assalto appena si superano i 25°C), Gamle Oslo, Toyen (zona dove trovate il Museo di Much, il Giardino Botanico e il Museo di Storia Naturale), Ekeberg Park (che è disseminato di opere artistiche tra le quali una simpaticissima installazione che al vostro passaggio fa tremolare la luce di uno dei lampioni ed emette quelli che a me son sembrati suoni gutturali da film satanico ma che magari in norvegese significano "Ehi!bella giornata, non trovi?"), Grünerløkka (cibo, negozi, mercatini, vecchi edifici in mattoni, murales), Kampen (zona residenziale di casette storiche colorate), Svartdalsparken, il parco dell'Akerselva (c'è un percorso nel verde che attraversa la città seguendo il fiume), ovviamente il Sentrum (il quartiere o zona centrale), la zona intorno al Palazzo Reale, il Barcode, le zone di Aker Brygge e di Tjuvholmen (museo progettato da Renzo Piano, ristoranti, appartamenti di lusso), la fortezza di Akershus e la penisola di Bygdøy, dove, oltre a case da milioni di euro, ci sono il Norsk Folkemuseum, il Vikingskipshuset e il Norsk Maritimt Museum (antropologico - navi vichinghe - spedizioni polari). Al Norsk, per conservare i reperti e rendervi più partecipi delle vicende narrate, fa un freddo porco costante, quindi, nel caso, regolatevi. E comunque ne vale la pena. Segnalo, per cibarsi a prezzi non del tutto folli, il Mathallen, sorta di mercato coperto con diverse opzioni. Usanza tipica dei mesi estivi è quella del pic-nic o del barbecue al parco: ci sono aree attrezzate e trovate tutto il necessario al supermercato. Se son sopravvissuta io, con mille intolleranze alimentari e conto in banca anoressico, potete farcela anche voi.