Nel 2017, all'improvviso, un sogno che si avvera: biglietti aerei abbordabili per Edimburgo. Convinco una mia amica e prenotiamo. All'arrivo, il motivo del costo contenuto del volo si rivela in tutta la sua magnificenza: a novembre, in Scozia, fa un freddo indicibile. Però la città è bellissima, la Scozia pure, e in tre giorni scarsi siamo riuscite pure ad incastrare una gita a St. Andrews, con uno di quei pulmini da 10 posti e la guida che parlava con accento strettissimo e non si capiva nulla e pazienza, almeno guardiamo il paesaggio, ma ci siamo (mi sono) addormentata dopo 10 minuti quindi...ecco. Un giorno ci tornerò per almeno un paio di settimane, per un tour come si deve. Nel frattempo mi limito a ricordare con un sorriso le degustazioni di birre, la ricerca della distilleria di gin sotterranea più introvabile del mondo, le cene tipiche alle 17 spaccate, il vento ghiacciato della costa, le sessioni fotografiche nei cimiteri, il fish&chips, la wanna-be influencer che si sdraia voluttuosa e seminuda sulle antiche tombe tra le rovine di un'abbazia mentre la madre la fotografa col cellulare e ci sono -5°C, il coltellino svizzero dimenticato in una tasca segreta dello zaino che ci ha fatto quasi perdere il volo di rientro.